La notte
lo straniero ANTONELLO CASSINOTTI
l’assente IL PUBBLICO
sax MASSIMILIANO MILESI
“Un eco di sax e un pianto lontano
qualcuno ama qualcuno
questo è il segreto
la speranza di esserci al momento giusto
sotto lo stesso cielo senza timori
sull’erba
in tutti gli angoli di tutte le notti
tutti gli angoli di tutte le foreste
a fissarne il silenzio.
Allora
potremmo dirci tutto
anche la pioggia”
” … ho corso, corso, corso, perché stavolta, svoltato l’angolo, non mi trovassi in una strada vuota di te, perché stavolta non ci fosse soltanto la pioggia, perché stavolta dall’altra parte io potessi ritrovare te e avere il coraggio di gridare: compagno..! il coraggio di prenderti il braccio, compagno!, il coraggio di accostarmi a te, compagno, compagno, fammi accendere … “
Una lunga, ininterrotta dichiarazione d’amore, urlata e trattenuta, spudorata, ad un giovane “compagno di sventura”, specie di miraggio nella notte, forse più desiderio che realtà, desiderio di contatto fisico e di calore ma anche bisogno ancestrale di riconoscersi finalmente con un proprio simile, ancora di salvezza in un mondo violento ed estraneo.
La violenza, il male, la solitudine, la perdita d’identità, l’emarginazione, l’incomunicabilità si trasformano in una sorta di musica delicata che tocca e stravolge l’anima.
Il palcoscenico: uno spazio astratto, una strada vuota dove calarsi a pugni stretti con “la camminata dondolante da maschi tutti un fascio di nervi” e in dialogo con le note di un sax cercare una strategia per stare al mondo, “liricamente”.
Il testo: una sola frase quasi d’un solo fiato, un pedale di sentimenti, lirico, come una ballata, in cui cantare “le vecchie, gli arabi, i mendicanti, i controllori, i poliziotti, i teppistelli tirati a lucido, lo schifo di odori, lo schifo di rumori, i litri di birra, la voglia di una stanza”.
liberamente ispirato LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA – B.M. Koltes