Etty

con le parole che danzano nel cuore

estratti dai diari e dalle lettere

un rito della memoria,
un requiem per gli innocenti,
un atto di comprensione e di amore per la vita …

drammaturgia, lettura e installazione di
Francesca Caratozzolo
in collaborazione con delleAli

Le parole sono semi, la terra il nostro cuore

Il lavoro parte dalla riflessione sul momento di crescita personale che Etty Hillesum, giovane ebrea appartenente alla borghesia intellettuale olandese, visse nei tre anni precedenti la sua morte, avvenuta ad Auschwitz nel novembre del 1943, a 29 anni. Una morte a cui volutamente e consapevolmente non si sottrasse, benché più volte le fossero offerte possibilità di fuga dagli amici più cari.
Grazie alla posizione di ‘privilegio’ che le toccò in sorte, chiamata a lavorare per il Consiglio Ebraico, per circa un anno si mise al servizio degli ebrei prigionieri nel campo di di smistamento di Westerbork, in attesa della deportazione.
Nei diari e nelle lettere, fortunosamente scampati allo sterminio della famiglia, Etty racconta il suo viaggio interiore, illuminato dalla scoperta di una spiritualità estremamente vitale e non convenzionale e nutrito da un’ ‘incessante ricerca dell’essenziale’ che si tradusse in ciò che potremmo definire ‘altruismo radicale’.
Pronunciare oggi le sue parole e proporle all’ascolto attraverso la lettura ha certamente valore di testimonianza e al contempo vuole essere atto di comprensione profonda, rinnovata ogni volta, dei pensieri e delle intuizioni che così appassionatamente Etty volle fissare sulla carta, donandoci in piena autenticità semi ricchissimi di significato che vanno dritto al cuore.

“Il suo ritmo religioso non era dettato da chiese o sinagoghe, né da dogmi, né da alcuna teologia, liturgia o tradizione. Etty si rivolge a Dio come a se stessa. Certe volte è così assorta nelle sue conversazioni con Dio che il suo sembra puro misticismo. Era una mistica, Etty? Forse sì, ma scriveva: «II misticismo deve fondarsi su un’onestà cristallina: quindi prima bisogna aver ridotto le cose alla loro nuda realtà». Il suo misticismo non la condusse alla contemplazione solitaria, ma dritto nel mondo dell’azione. Era una visione del mondo che non aveva nulla a che fare con la fuga o l’illusione; si fondava anzi su una solida percezione della realtà faticosamente conquistata”.( dalla prefazione ai diari, edizione Adelphi)

L’installazione che accompagna la lettura è pensata come una piccola ed essenziale scenografia che ci rimanda al rito, alla veglia e al ricordo. Una suggestione luminosa affinché le tante parole disseminate possano continuare a germogliare.

Mi piace pensare il viaggio di Etty come un percorso che dall’ombra approda alla luce, passando per il buio. L’ombra è costituita dalla matassa di desideri, emozioni, pensieri e azioni in cui l’essere umano si trova avvolto nel suo cammino. La luce è la chiarezza mentale, la comprensione della realtà delle cose. Il buio è la mancanza totale di coscienza che spegne l’uomo nella sua essenza, conducendolo al degrado, alla violenza, all’annientamento di se stesso e degli altri.


Durata: 60 minuti

Spazio scenico:
Il lavoro è adattabile a differenti luoghi di rappresentazione e necessita di uno spazio scenico minimo di 2,5 mt. x 2,5 mt. possibilmente oscurabile.

Esigenze tecniche:
La compagnia è autosufficiente per fonica e luci, se ospite in spazi piccoli.
Altrimenti si richiede:
– impianto fonico di potenza adeguata allo spazio di rappresentazione
– 4 fari con piantane e caveria adeguata

Installazione:
L’installazione è intesa quale scenografia e prevede l’uso di una cinquantina di candele tealight che verranno accese durante la lettura. Si rimanda a confronto in merito alla sicurezza in presenza di fuoco. In caso di impossibilità la lettura verrà proposta senza installazione.

Tempo montaggio: 2 ore circa
Tempo smontaggio: 1 ora circa